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Il sindaco Peppe Cassì interviene sulla ripartizione dei fondi regionali previsti in finanziaria

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Ufficio Stampa

Comunicato n.9

“La finanziaria regionale ha fortemente penalizzato la città di Ragusa, considerata l’esiguità dei finanziamenti ricevuti a confronto con altre città, anche della stessa provincia. Il dato salta all’occhio, incontrovertibile.

La decisione di spostare dalle associazioni agli enti territoriali i benefici della finanziaria dopo il cosiddetto “caso Auteri”, non ha risolto il problema: prima c’erano associazioni “raccomandate” da questo o quel deputato regionale, ora i “raccomandati” sono i Comuni. Per avere di più devi essere nelle grazie del deputato, meglio se di maggioranza, in quanto titolare di maggiori risorse da attribuire. Non un criterio democratico, oggettivo, frutto di strategie studiate per far fronte a problemi strutturali, fondato su procedure a cui tutti possano accedere con uguali possibilità di successo, ma pura discrezionalità.

Non voglio però essere ingenuo o apparire sprovveduto. La Regione conta 70 deputati equamente ripartiti tra le varie province in base al numero di abitanti, e ciascuno di essi porta avanti le esigenze del proprio territorio in maniera legittima e direi doverosa. Anche Ragusa ha beneficiato e beneficia, grazie all’interessamento di deputati e assessori, di importanti finanziamenti, come quello da oltre 1milione per l’acquisto del palazzo Ottaviano a Marina di Ragusa (il rogito notarile è fissato al 29 gennaio), ma a mio avviso sarebbe opportuno inserire alcuni paletti, proprio per evitare che la discrezionalità possa sconfinare in scelte arbitrarie ed inique.

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In primo luogo sarebbe il caso che si stabilisse un criterio sulla entità degli interventi, che abbia come parametro di riferimento la consistenza abitativa dei territori. Se è normale per province come quella di Ragusa ricevere contributi inferiori rispetto ad altre più popolose, non è tollerabile che questi fondi siano però molto al di sotto, in proporzione, rispetto al numero degli effettivi residenti. Ancorare l’ammontare dei contributi a dei criteri oggettivi sarebbe un segnale di attenzione verso i territori più distanti dai centri di potere e meno influenti, che caso mai avrebbero bisogno di maggiori risorse per riequilibrare quel gap infrastrutturale (ad es. nei collegamenti) e di servizi (si pensi alla assistenza sanitaria) oggi innegabile.

In secondo luogo, occorrerebbe distinguere le tipologie di interventi, sottraendo alla discrezionalità dei deputati quelli che toccano da vicino indistintamente tutti i siciliani, la loro quotidianità, i loro bisogni, a maggior ragione se parliamo di servizi essenziali. Provo a spiegare. Va bene, ad esempio, che la Regione stanzi un importante finanziamento per un evento sportivo di carattere nazionale, che si tiene in un singolo Comune. Oggi tocca a Modica, l’anno prossimo magari a beneficiarne sarà un’altra città. Non va bene, e la Regione dovrebbe impedirlo, che oggetto del finanziamento sia il trasporto scolastico o la refezione degli studenti solo di alcuni Comuni, appunto “raccomandati”, con risorse di tutti i siciliani utilizzate per garantire un trattamento diverso e più favorevole solo per alcuni. In tema di scuola, o di altri servizi essenziali come sanità e trasporti, non ci possono essere differenze tra Comune e Comune. Non va bene che siano previsti contributi generici per “promozione turistica” o per “eventi natalizi” solo per alcuni Enti: il turismo interessa tutti i Comuni che hanno questa vocazione, e se si vuole prevedere un contributo regionale per promuoverli, si tenga conto, ad esempio, del numero dei posti letto di ciascuno: nessuno potrebbe obiettare alcunché. Il Natale poi arriva per tutti i 391 Comuni dell’isola, con annesse spese per luminarie e addobbi: il contributo andrebbe quindi a tutti, magari in base al numero di abitanti. Il calcolo non sarebbe difficile.

Sarebbe inoltre buona norma, e purtroppo non sempre accade, che le Amministrazioni locali fossero coinvolte nella individuazione degli interventi da finanziare. Faccio un altro esempio. Ho appreso, solo a cose fatte, che il Comune di Ragusa risulta destinatario di un contributo di 150.000 € per un non meglio specificato intervento sulla facciata di Palazzo Ina. È evidente che non può essere un deputato regionale a decidere senza prima avere avviato un processo di confronto e di condivisione con il sindaco, a maggior ragione se si tratti di intervento urbanistico la cui competenza esclusiva è in capo ai Comuni.

P.S. L’on.le Campo si è risentita per non avere io evidenziato, in un precedente comunicato, che alcune iniziative natalizie sono state finanziate anche grazie al suo interessamento. A mio avviso sembra un’ulteriore ammissione di come dietro l’uso discrezionale di risorse regionali ci sia evidentemente la ricerca di un consenso, a maggior ragione se consideriamo che nel mio precedente comunicato mettevo in risalto il ruolo delle associazioni (quelle propositive) nella programmazione e il successo del metodo della condivisione, senza accampare meriti particolari o negare meriti altrui”.



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