Rifiuti urbani, Ispra: in Italia raccolta differenziata al 66,6%

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 



Conto e carta

difficile da pignorare

 

La produzione di rifiuti nelle città cresce di pari passo con il Pil. Il Sud recupera terreno rispetto al Centro e al Nord, Bologna è la grande città che fa meglio in Italia (sfiorando un tasso del 73%). 

Cresce in Italia la raccolta differenziata media per quanto riguarda i rifiuti urbani. Lo confermano i dati Ispra contenuti nel Rapporto Rifiuti Urbani, relativo all’anno 2023 e presentato oggi a Roma. Nelle città più grandi del nostro Paese, la raccolta differenziata è arrivata in media al 66,6%, seppur con le solite differenze territoriali (media del 73,4% al Nord, del 62,3% al Centro e del 58,9% al Sud) e considerando che i rifiuti differenziati che comunque finiscono in discarica rappresentano il 15,8% del totale. Le città meridionali, finora in gran parte deficitarie, recuperano terreno e fanno registrare la crescita maggiore della raccolta differenziata. Il risultato è che il divario rispetto al Nord e al Centro, mediamente, si è notevolmente ridotto.

Tra le città più grandi (con più di 200mila abitanti), chi fa meglio sul fronte della raccolta differenziata è Bologna (la percentuale è del 72,9%), la prima a superare l’obiettivo Ue del 65% entro il 2030. Lo scorso anno il Prodotto interno lordo è aumentato dello 0,7% e lo stesso tasso di incremento si registra, dopo un calo dei due anni precedenti, per quanto riguarda la produzione nazionale di rifiuti urbani (arrivata a 29,3 milioni di tonnellate), concentrata soprattutto nei Comuni con meno di 200mila abitanti.

I Comuni italiani che hanno raggiunto o superato la percentuale di raccolta differenziata al 65% sono poco meno del 71% del totale. In tutte le Province o Città metropolitane, la percentuale di raccolta differenziata è superiore al 30%. Chi fa meglio in Italia, a livello provinciale, è Treviso (89,1%), seguita da Mantova (87%), Belluno (85,8%) e Pordenone (85,4%). Bene anche le Province di Reggio Emilia (83,3%), Forlì-Cesena (81,7%), Oristano (81,3%), Trento (81,2%), Bergamo (80,5%), Novara (80,4%), Monza e Brianza (79,9%) e Parma (79,7%).
La buona notizia è che la percentuale di riciclo dei rifiuti urbani si attesta in media al 50,8%, in aumento rispetto all’anno precedente (49,2%) e al di sopra dell’obiettivo del 50% previsto dalla normativa Ue per il 2020. Va ricordato, però, che l’obiettivo al 2030 è fissato al 65% e quindi ci sono ancora progressi da fare.

In calo la quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica: nel 2023 sono stati 4,6 milioni di tonnellate (il 15,8% del totale), in calo rispetto ai 5,2 milioni di tonnellate del 2022. L’Italia si conferma tra i migliori Paesi d’Europa per il riciclo degli imballaggi: tutte le frazioni merceologiche hanno già ampiamente raggiunto tutti i target fissati a livello europeo per il 2025. Fa eccezione la plastica, anche se comunque il dato (48%) si avvicina molto all’obiettivo fissato dall’Ue (50%).

La Regione che fa meglio dal punto di vista della media di raccolta differenziata è il Veneto (77,7%), seguito a breve distanza dall’Emilia-Romagna (77,1%) che supera Sardegna (76,3%) e Trentino-Alto Adige (75,3%). Seguono Lombardia (73,9%), Friuli-Venezia Giulia (72,5%), Marche (72,1%), Valle d’Aosta (69,4%), Umbria (68,3%), Piemonte (67,9%), Toscana (66,6%), Basilicata (64,9%) e Abruzzo (64,6%).

Molto soddisfatta dei dati contenuti nel report Vannia Gava, viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza energetica: “La conferma che siamo sulla strada giusta, riurre i rifiuti è essenziale ma è altrettanto importante recuperarli, soprattutto in un Paese povero di materie prime critiche come il nostro. Con un lavoro di squadra, fatto di semplificazioni normative e sostegni agli investimenti, il MASE sta rendendo questo percorso più efficace e favorevole a cittadini, imprese e territori“.

Più realista, invece, la direttrice generale dell’ISPRA, Maria Siclari, che affronta dal punto di vista tecnico la situazione degli impianti per la gestione dei rifiuti, ancora troppo disomogenea in Italia. “La maggior parte degli impianti per la frazione organica si trova al Nord, è logico che l’incremento della raccolta differenziata ha fatto emergere una maggiore richiesta che non tutte le Regioni sono riuscite a soddisfare. La Regione Campania, ad esempio, per la frazione organica, su 630mila tonnellate di produzione, riesce a gestire sul territorio solo il 10%” – ha spiegato Maria Siclari – “Il 24% dei rifiuti urbani va a impianti che gestiscono la frazione organica da raccolta differenziata, il 29% a impianti di recupero di materia da altre frazioni di rifiuti urbani, il 16% è avviato a discarica, il 19% a incenerimento e il 5% esportato all’estero. C’è ancora un movimento di rifiuti che dal Centro-Sud vanno verso gli impianti di incenerimento del Nord. La Lombardia, ad esempio, riceve 450mila tonnellate di rifiuti da altre Regioni e il 75% arriva da Lazio e Campania, discorso analogo per l’Emilia-Romagna che importa 112mila tonnellate di rifiuti, l’80% da Lazio e Campania“.

Il numero di impianti disponibili sul territorio è poi direttamente legato anche al costo medio annuo pro capite della gestione dei rifiuti urbani. Nel 2023 ha raggiunto a livello nazionale i 197 euro, in aumento rispetto al 192,3 del 2022. I costi più alti riguardano il Centro (233,6 euro per abitante), poi il Sud (211,4) e il Nord (173,3). “Il costo riflette la fotografia della presenza di impianti sul territorio, quindi al Nord si abbassa e al Centro è particolarmente significativo. Tuttavia, ci sono eccezioni a livello lcoale come Venezia, dove il costo è di 411 euro per abitante. Ci sono poi costi medi alti anche a Cagliari e Perugia, rispettivamente 296 e 281 euro per abitante. Il costo più basso è invece a Campobasso (167 euro) e a Trento (171), mentre il costo di gestione medio è paria 39,8 euro per chilogrammo” – ha spiegato Maria Siclari – “Per realizzare l’economia circolare e raggiungere i nuovi, ambiziosi obiettivi fissati dalla normativa europea, è fondamentale accelerare il miglioramento del sistema di gestione dei rifiuti, in particolare in alcune aree del Paese, potenziando le infrastrutture per la raccolta differenziata e le modalità di gestione“.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *