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Fondata nel 2020 da Paolo Pescetto e Andrea Rossotti, insieme alle famiglie Bazoli e Gitti, RedFish LongTerm Capital è una holding di partecipazioni industriali specializzata in investimenti in piccole e medie imprese famigliari, ad elevato potenziale, quotata sul mercato Euronext Growth Milano. Con 9 società in portafoglio, tra partecipate dirette e indirette, per un capitale investito netto complessivo di 84 milioni di euro e un fatturato aggregato complessivo per circa 450 milioni di euro, RedFish si propone di affiancare le aziende italiane in un percorso di crescita e sviluppo sostenibile, anche sui mercati internazionali, contribuendo alla creazione di valore nel lungo periodo.
“Oltre ad apportare risorse finanziarie, offriamo un contributo in termini di know how ed esperienze, per supportare gli imprenditori nello sviluppo delle società, non avendo una politica di exit dall’investimento predefinita” dichiara Andrea Rossotti amministratore delegato diRedFish LongTerm Capital in questa intervista a ESGnews.
E sul fronte della sostenibilità, la holding ha definito una policy, Politica per una finanza responsabile, i cui principi e linee guida sono trasmesse alle società partecipate già dalla fase di due diligence e quindi prima dell’ingresso nel capitale delle aziende. “Ogni azienda poi è una realtà specifica quindi cerchiamo di lavorare con ciascuna per individuare il miglior percorso di crescita verso una maggiore sostenibilità, individuando da subito i principali obiettivi da raggiungere ed una indicazione temporale entro quando raggiungerli” puntualizza Rossotti spiegando la strategia in ambito ESG della quotata.
Come Redfish quali sono i vostri principali obiettivi in ambito di sostenibilità?
Insieme alla società di consulenza CRESO – Crescita Sostenibile srl, specializzata nell’accompagnare le imprese verso la sostenibilità, con cui abbiamo una partnership strategica, Redfish Longterm Capital si propone di assicurare un contributo fattivo al raggiungimento dei Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite e al regolamento CSRD, recepito nel nostro Paese con il decreto legislativo 125 del 6 settembre 2024. Al fine di garantire una comunicazione trasparente con gli stakeholders, l’azienda ha pubblicato la prima relazione di sostenibilità per l’anno 2023, approvata a giugno dal CdA, oltre alle certificazioni relative alla compensazione delle emissioni di CO2 e le linee guida per effettuare investimenti responsabili. Il Comitato interno ESG ha definito anche le linee guida sia per valutare nuovi target sia per monitorare le società partecipate, oltre alle procedure necessarie per effettuare le analisi ESG in fase di due diligence.
La società contribuisce al raggiungimento dei seguenti obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU: lavoro dignitoso e crescita economica, parità di genere, imprese, innovazione e infrastrutture, istruzione di qualità, consumo e produzione responsabili. Inoltre, verso le partecipate l’obiettivo è di sensibilizzarle attraverso una intensa attività formativa ed una indicazione delle linee guida per la gestione dei principali aspetti ESG. In particolare, informiamo circa le procedure riguardanti la valutazione degli aspetti ambientali al fine di sensibilizzare le società partecipate in portafoglio all’importanza della tutela dell’ambiente e delle risorse anche per le future generazioni; l’attenzione alle condizioni di lavoro nelle aziende in cui si investe affinché siano adeguate, con attività di formazione e politiche di welfare aziendale; la promozione dello sviluppo dei contesti sociali in cui operano le partecipate; la parità di genere, attraverso l’individuazione di figure altamente qualificate, l’introduzione di processi di controllo per prevenire corruzione, conflitti di interesse, violazione della privacy e compliance in genere.
Come presidiate la sostenibilità all’interno del vostro gruppo?
La sostenibilità è presidiata sia attraverso una specifica due diligence (come procedura di acquisto delle partecipate) relativa alla sostenibilità, che valuta anche gli orientamenti del management in materia, sia attraverso un monitoraggio periodico delle attività, attraverso una serie di interviste, sia con l’analisi annuale della documentazione pubblicata dalle partecipate (alcune società pubblicano già la relazione di sostenibilità e rendicontano le attività) e il supporto nella redazione della relazione di sostenibilità e nelle precedenti attività prodromiche al raggiungimento di questo risultato.
Quali sono i criteri principali che seguite per valutare la sostenibilità di un’azienda in fase di acquisizione o investimento?
Innanzitutto, effettuiamo una analisi ad ampio raggio che possa effettuare una valutazione dei principali rischi relativi al target di investimento e conseguenti eventuali investimenti necessari per ridurre o eliminare i rischi.
All’interno di questa valutazione rientrano l’analisi di impatto in termini ambientali ovvero come l’impresa target gestisce il rapporto con l’ambiente ed il territorio di presenza, le relative autorizzazioni all’esercizio dell’attività oltre ad una valutazione delle principali risorse impiegate nei processi aziendali.
Inoltre, vengono valutate le attività effettuate all’interno della società verso i propri collaboratori, le politiche di sviluppo e crescita che si intersecano insieme alla formazione dei dipendenti e la sicurezza sui luoghi di lavoro, ed una robusta valutazione della governance della società target, da cui molto dipendono scelte e priorità anche in termini di percorso verso una necessaria sostenibilità dell’impresa al fine di rimanere sul mercato.
Sono tutti aspetti che rientrano all’interno di un apposito documento di valutazione che viene poi acquisito prima dal Comitato ESG e da questo trasmesso al consiglio di amministrazione della holding, con una indicazione non vincolante dei principali elementi riscontrati, rientrando quindi appieno nei criteri e negli strumenti per la valutazione dell’investimento nell’azienda target.
Aiutate le vostre partecipate a migliorare il proprio profilo ESG?
Il nostro compito è proprio quello di collaborare e confrontarci, da una parte, con le partecipate che già hanno una gestione avanzata dei vari aspetti ESG, dall’altra con le partecipate che invece sono ancora ad uno stadio iniziale e quindi hanno bisogno di supporto e affiancamento, partendo da una attività formativa importante, oltre ad individuare dei referenti all’interno di ciascuna partecipata che possano poi acquisire e sviluppare, all’interno, le linee guida e procedure per accelerare il percorso verso una crescita sostenibile del gruppo RedFish LongTerm Capital.
Quali sono le principali difficoltà da parte delle piccole aziende nel loro percorso di sostenibilità?
C’è sicuramente una tematica di una maggiore comprensione di cosa vuol dire essere oggi una azienda ESG compliance, e questo è uno dei nostri principali compiti ovvero far comprendere la strategicità di essere allineati e compliance sui diversi aspetti ESG, perché crea maggior valore all’azienda e al gruppo, permette alle aziende di essere più competitive, potendo da un lato accedere al credito ad un princing migliore e dall’altro avere maggiori opportunità all’interno dei bandi di gara, delle offerte commerciali verso i propri clienti, per una maggiore produttività derivante da una collaborazione e da un migliore ambiente di lavoro che si traduce direttamente in una maggiore qualità del processo produttivo.
Fissate policy comuni per il vostro portafoglio o le strategie in ambito ESG sono mirate a seconda delle partecipazioni?
Come holding abbiamo definito una nostra policy che abbiamo denominato “Politica per una finanza responsabile” i cui principi e linee guida sono trasmesse alle nostre società partecipate, già dalla fase di due diligence e quindi prima del nostro ingresso nel capitale delle aziende. Ogni azienda poi è una realtà specifica quindi cerchiamo di lavorare con ciascuna per individuare il miglior percorso di crescita verso una maggiore sostenibilità, individuando da subito i principali obiettivi da raggiungere ed una indicazione temporale entro quando raggiungerli.
È una attività non sempre facile stante anche la non sempre presenza di un organico dedicato a queste tematiche ed è quindi importante per noi dare anche un contributo in termini organizzativi, intervenendo anche in una riorganizzazione dell’organigramma e di alcune funzioni aziendali, per razionalizzare la governance e rendere più incisive ed efficaci le decisioni della direzione aziendale.
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