Nicotina, studi confermano gravi danni anche a basse dosi. A rischio giovani e donne in gravidanza

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Studi effettuati dal Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini (CRCCM), in collaborazione con il National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS). Risultati di fondamentale interesse per la salute pubblica, visto il larghissimo uso di prodotti contenenti nicotina, in particolare sigarette elettroniche, anche fra le donne in gravidanza e i più giovani

Bologna, 18 dicembre 2024 – Il Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini (CRCCM), in collaborazione con il National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS), ha appena pubblicato i risultati di una serie di studi tossicologici sugli effetti della nicotina. La nicotina è una sostanza naturalmente presente nelle piante del tabacco e storicamente, l’esposizione umana alla nicotina è sempre stata associata solamente al fumo, alla masticazione o all’inalazione di varie forme di tabacco.

Negli ultimi anni, però moltissimi altri prodotti contenenti nicotina sono stati introdotti e sono largamente utilizzati anche da giovani e donne in gravidanza, quali sigarette elettroniche e i dispositivi per il vaping contenenti nicotina, che sono diventati popolari come alternativa al “fumo tradizionale” o come mezzo per ridurre o smettere di fumare.

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I dati emersi dagli studi del CRCCM sono perciò allarmanti. Negli studi si è infatti osservata una riduzione della crescita corporea ed un altissimo tasso di mortalità dei cuccioli di ratto, anche a dosi medio-basse, risultato particolarmente rilevante e che potrebbe essere correlato all’inibizione del normale sviluppo neurale colinergico dovuto proprio alla specifica esposizione prenatale alla nicotina.

Inoltre, nei ratti sono state osservate lesioni degenerative nei testicoli, lesioni particolarmente rare per la giovane età d’insorgenza. Sono stati poi osservati vari gradi di infiammazione a carico di diversi apparati ed organi, sui quali occorre un maggiore approfondimento tossicologico.

L’importanza dello studio è confermata dal dott. John R. Bucher, Senior Scientist del NIEHS: “Mi congratulo con l’Istituto Ramazzini per il completamento di questo complicato studio che dimostra ulteriormente la pericolosità dell’uso di prodotti contenenti nicotina da parte delle donne in gravidanza”.

Gli studi su topi e ratti hanno investigato gli effetti dell’esposizione a nicotina a partire dalla vita prenatale, ovvero in utero, fino a tredici settimane dopo lo svezzamento (equivalente a circa 20 anni di età nell’uomo) e le dosi testate sono state scelte per coprire un range equivalente a circa 1 sigaretta al giorno fino a 90. I risultati degli studi, svolti in collaborazione e col supporto del NIEHS sono stati appena pubblicati come report ufficiale del governo americano.

Afferma infatti il prof. Philip Landrigan del Boston College, USA, e Presidente del Comitato Scientifico Internazionale dell’Istituto Ramazzini: “Mi complimento con l’Istituto Ramazzini e il NIEHS per questo studio rivoluzionario, che ha evidenziato diversi effetti tossici della nicotina causati da esposizioni precoci. Questi risultati sono di grande preoccupazione per la salute pubblica, a causa dell’uso pandemico di prodotti contenenti nicotina, in particolare tra i giovani”.

Gli studi svolti dal CRCCM forniscono informazioni fondamentali per la valutazione del rischio e per la messa in atto di efficaci strategie di prevenzione legate all’impiego di nicotina anche in tanti dispositivi di nuova generazione, con particolare attenzione alla fascia più debole della popolazione ovvero i giovani e le donne in gravidanza.

I risultati emersi sono di straordinaria importanza per la salute pubblica e mostrano chiaramente la necessità di ulteriori ricerche sul tema, come evidenziato dal dott. Daniele Mandrioli, Direttore del CRCCM: “I nostri studi hanno evidenziato una serie di effetti preoccupanti della nicotina, anche a basse dosi, risulta perciò prioritario un approfondimento dei potenziali effetti tossici e cancerogeni a lungo termine di questa sostanza”.

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