Louis Vuitton ha aperto un caffè letterario da sogno con oltre 600 libri a New York

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Il rapporto tra brand di lusso e cliente è cambiato. Usciti dalla boutique cessa di essere di una relazione esclusiva con il negozio per proseguire al ristorante, sui campi da tennis, in spiaggia in una liaison che si rafforza offrendo al pubblico un’esperienza di benessere completa ed élite. Si giustifica anche così il progressivo interesse dei brand di moda per il food, confermato dall’apertura del nuovo caffè di Louis Vuitton a New York e, più precisamente, a Manhattan. Era il 1898 quando la maison francese incominciò ad aprirsi al mercato statunitense, proponendo bauli e bagagli dai coperchi appiattiti (e non più bombati) che si potevano facilmente impilare senza temere di rovinarsi grazie al Gris Trianon, un nuovo materiale cerato e impermeabile che rendeva le nuove valigie ancora più pratiche e resistenti. Il successo di questi prodotti nella Grande Mela fu tale che nel 1980 venne aperto il primo negozio indipendente tra la Fifth Avenue e la 57th Street. A oltre 40 anni di distanza, in occasione dei lavori di ristrutturazione della storica boutique, LV si trasferisce temporaneamente al 6 East 57th Street in un elegante edificio Art Déco con ampie vetrate.

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Avvolto da un’installazione monumentale composta dagli iconici bauli monogram della maison, il nuovo temporary shop è distribuito su cinque piani tutti da scoprire. L’ingresso si apre su una scultura di 18 metri composta da bauli e borse impilate che alternano il modello Keepall al più piccolo Speedy per un effetto ritmico che conduce lo sguardo fino all’ultimo livello. Completano l’allestimento sviluppato da Shohei Shigematsu dello studio OMA alcuni murales fotografici di grandi dimensioni di collaboratori della maison come Richard Prince, Yayoi Kusama, Supreme, Takashi Murakami e Stephen Sprouse.

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Pavimenti in cemento e legno a vista si alternano a morbidi tappeti, mentre gli spazi sono illuminati in modo soffuso. L’arredo è all’insegna della creatività circolare con un sapiente mix di mobili vintage e contemporanei di artisti del calibro di Carlo Mollino, Charlotte Perriand, Christophe Delcourt e Pierre Augustin Rose, mentre le opere di artisti americani e newyorkesi come Todd Eberle, Chris Martin e Caio Fonseca sono presenti in tutto il negozio. Il primo piano è dedicato alla pelletteria, che spazia da un’ampia selezione di borse e articoli lifestyle a una nuova sala viaggi che mette in risalto il dna grazie al servizio di personalizzazione offerto al pubblico. Alla moda donna è dedicato il secondo piano, mentre al terzo si trova tutto l’universo maschile. Il quinto piano è diviso tra spazi lounge privati e un’area per le collezioni Objets Nomades e Art de la Table. Da uno dei saloni si accende ad una stanza segreta destinata a gioielli e orologeria.

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Ma è al quarto piano che si concentra la visione culturale e culinaria della maison. Qui trova spazio Le Café Louis Vuitton, uno spazio caffetteria e biblioteca. All’arrivo alla reception, gli ospiti vengono accompagnati alla sala principale, che comprende il ristorante, un’area lettura con divani e un bar per un totale di 70 posti a sedere. Arte, moda, architettura e cucina si fondono in questo spazio polifunzionale dove stile francese e atmosfera da loft newyorkese si fondono per un effetto glamour. L’editore e curatore Ian Luna ha supervisionato la biblioteca, privilegiando gli artisti newyorkesi per un totale di 600-650 titoli. In catalogo non mancano le edizioni collezionabili della maison con collane dedicate ai viaggi, allo stile e al patrimonio di Louis Vuitton.

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La cucina è affidata agli chef francesi Arnaud Donckele e Maxime Frédéric, il celebre duo che ha costantemente rafforzato il suo rapporto con Louis Vuitton sin dall’apertura del loro ristorante targato LV a Saint-Tropez. Per la città che non dorme mai gli chef hanno sviluppato un nuovo approccio culinario con i giovani talenti locali Christophe Bellanca e Mary George al timone di Le Café Louis Vuitton. Il concept è quello degli spuntini di lusso con piatti della tradizione reinventati con raffinatezza e maestria. Attingendo alle influenze globali, il menu presenta creazioni su misura come ravioli di aragosta o tartufo con il monogramma floreale e tartellette Damier con frutta di stagione. Presenti in menù anche i panini Croque e gli hamburger della casa.

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Per i più golosi arriva il pastry chef Maxime Frédéric con il suo pregiatissimo cioccolato. Dopo il successo riscosso a Parigi, Singapore e Shanghai, Le Chocolat Maxime Frédéric di Louis Vuitton apre la sua prima sede negli Stati Uniti e presenta una serie di dolci per tutti i gusti, che vanno dalle classiche tavolette di cioccolato, ai set regalo, dalle praline alle composizioni più ardite come il Vivienne on a Malle, un centrotavola ispirato ai carillon che, quando viene messo in movimento con una semplice rotazione di una chiave di cioccolato, vede le mascotte della Maison piroettare in cima a un baule Louis Vuitton.



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