Documento Politico a difesa del Sito Versalis

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Vertenza Versalis a Ragusa; il sito chiuderà il 31 dicembre e al momento nessuna certezza c’è sul futuro industriale della città e soprattutto su quello occupazionale dei tanti lavoratori diretti e dell’indotto.

di Chiara Scucces

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Ragusa sia inclusa in un piano di sviluppo che garantisca un futuro industriale sicuro e sostenibile, capace di rispondere alle sfide del presente e del futuro. Questa la richiesta che tutte le forze politiche e sindacali del capoluogo hanno scritto in un documento a difesa del sito Versalis e della continuità industriale della città. Il documento si rivolge ai vertici di Eni, al governo regionale e a quello nazionale per sensibilizzare un intervento concreto per garantire la continuità lavorativa ed occupazionale e porta le firme del sindaco Peppe Cassì, degli onorevoli Stefania Campo e Nello Dipasquale, dei sindacalisti Filippo Scollo, Giovanni D’Avola, Giuseppe Roccuzzo, Giorgio Stracquadanio, Giuseppe Scarpata.  La recente decisione di Eni di fermare la produzione di polietilene e di dismettere il sito di Ragusa solleva gravi preoccupazioni per il futuro del territorio e della sua comunità, che rischiano di subire un impatto devastante se non si interviene tempestivamente con un piano di investimento adeguato anche in un’ottica di riconversione industriale del sito.  Lo stabilimento di Ragusa impiega attualmente 121 dipendenti diretti di Versalis e supporta 135 imprese individuali nella logistica, altrettanti sono i lavoratori nell’indotto.

Eni ha svolto attività di estrazione petrolifera a Ragusa per oltre 70 anni, e le risorse generate da questa attività hanno avuto un impatto cruciale sull’energia e sull’economia regionale. La presenza di questo polo industriale ha contribuito significativamente alla crescita della economia cittadina. Le produzioni del sito Versalis, inoltre, hanno dato vita anche a una solida e importante filiera industriale che si è sviluppata attorno al sito stesso. “Nonostante il piano di riconversione della chimica di base proposto da Eni per altri stabilimenti, nel quale non entriamo nel merito perché oggetto di valutazioni che al momento si svolgono a carattere nazionale, si legge nel documento, Ragusa rimane l’unico sito in dismissione senza un programma di investimento definitivo e concreto. Questo rappresenta una grave ingiustizia per un territorio che ha dato tanto in termini di risorse e produzione”.

Gli altri stabilimenti sono stati inclusi in un piano di riconversione che prevede investimenti significativi, pari a circa 2 miliardi di euro, ma Ragusa non ha ricevuto alcuna garanzia occupazionale o investimento simile. Questo squilibrio non solo mina la stabilità economica del nostro territorio, ma accresce il senso di abbandono e di ingiustizia tra le persone che hanno dedicato la propria vita al sito di Ragusa.

La chiusura del sito Versalis di Ragusa senza un adeguato piano di riconversione rappresenterebbe una catastrofe sociale ed economica per l’intero territorio.  È quindi imperativo che Eni e le autorità competenti considerino con serietà le richieste del territorio e lavorino insieme per trovare una soluzione che garantisca la continuità industriale e occupazionale di Ragusa, rispettando il contributo storico e l’importanza strategica di questo sito.






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