Pantaleone PAGLIULA
L’opportunità che mi è stata offerta dall’ Università del Salento di portare la mia esperienza decennale nel settore manifatturiero, sta rafforzando sempre di più la mia convinzione di quanto il rapporto tra università e mondo del lavoro rappresenti oggi uno degli aspetti strategici cruciali per lo sviluppo economico e sociale del nostro Salento. In un’epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici e trasformazioni profonde del mercato del lavoro, diventa sempre più urgente costruire sinergie efficaci tra il mondo accademico e quello delle nostre aziende.
Gli incontri con i docenti e con gli studenti mi stanno aiutando a capire di più la profonda trasformazione che l’Università sta vivendo nella società contemporanea e anche dello sforzo che sta facendo per passare da centro di elaborazione e di trasmissione del sapere a un ruolo di vero e proprio centro di innovazione e sviluppo, capace di dialogare attivamente con il territorio e le imprese.
Il sistema universitario si trova, in sostanza, ad affrontare diverse sfide cruciali che sono, in sintesi, quelle di ridurre il divario tra formazione e competenze richieste, una maggiore velocità del cambiamento tecnologico, una maggiore necessità di competenze trasversali, una formazione sempre di più internazionale come richiesta dalla dimensione globale del mercato. Per rispondere efficacemente a tali sfide è necessaria una evoluzione che prevede flessibilità dei percorsi formativi, didattica innovativa, conoscenza e partenariato con il mondo produttivo.
Nel complesso panorama del rapporto tra università e mondo del lavoro, l’orientamento emerge come uno strumento fondamentale, una vera e propria bussola che guida gli studenti nelle loro scelte formative e professionali.
Tengo a sottolineare che l’orientamento non deve essere un momento isolato di consulenza o un semplice servizio informativo, ma un processo articolato che accompagna i giovani nel loro percorso di crescita e sviluppo professionale. Nelle scuole, dove ho avuto il piacere di trattare questo argomento, ripeto da anni che questo processo deve iniziare nei primi anni delle scuole superiori, quando gli studenti cominciano a delineare le prime idee sul proprio futuro. È in questa fase cruciale che occorre fornire loro gli strumenti per comprendere non solo le diverse opportunità formative disponibili, ma anche le prospettive professionali che queste possono aprire. L’orientamento precoce permette ai giovani di maturare scelte più consapevoli, costruire un progetto formativo coerente con le proprie aspirazioni e con le reali esigenze del mercato del lavoro nel nostro territorio.
Aggiungo che l’orientamento non può esaurirsi nella fase di scelta del percorso universitario ma deve invece configurarsi come un accompagnamento continuo anche durante la fase di questo percorso, aiutando gli studenti a rafforzare le proprie competenze, a cogliere le opportunità di specializzazione e a costruire gradualmente il proprio profilo professionale
Insieme a questo dobbiamo dare l’opportunità agli studenti di conoscere le realtà lavorative che offre il territorio stimolandoli a visitare le aree industriali, le nostre aziende eccellenti, di comprendere le storie dietro ogni idea imprenditoriale. Tutto questo li aiuterà a costruire un percorso personalizzato, utilizzare meglio gli studi nell’ affrontare il mondo del lavoro, scegliere di studiare e lavorare nel loro territorio invertendo la triste tendenza della dispersione scolastica e della emigrazione intellettuale. Certamente questo percorso di innovazione non è privo di ostacoli. La semplificazione burocratica resta una priorità per rendere più agile la collaborazione tra università, imprese e territorio per vincere la vera sfida che non è solo tecnologica ma anche culturale. Dobbiamo ripensare il rapporto tra formazione e lavoro in un’ottica di partnership continua e di co-creazione del valore. L’impresa potrebbe avere il vantaggio di nuove conoscenze e nuove soluzioni, l’università può essere un valido partner per progettare e portare avanti un percorso di conoscenza e ricerca . Solo attraverso questa sinergia fatta di strumenti avanzati, formazione, innovazione, sarà possibile formare i talenti necessari per affrontare le sfide del futuro e contribuire allo sviluppo sostenibile della nostra società.
Aggiungo, in base alla mia esperienza di tanti anni nel mondo del manifatturiero, che una condizione fondamentale per un rapporto utile tra impresa e università è la reciproca fiducia e la giusta durata nel tempo che permettono a una collaborazione di svilupparsi e ottenere risultati soddisfacenti combinando più forme e strumenti di lavoro comune.
Il rapporto delle nostre aziende con l’università è strategico per acquisire nuove conoscenze utili alla gestione e produzione, allargare e arricchire il proprio network di relazioni, acquisire posizioni più competitive con le aziende committenti, partecipare a progetti comuni e reclutare personale qualificato.
Siamo in un momento non certo facile dove siamo costretti ad adattarci a nuovi processi, nuove variabili e a prevedere anche quelle impazzite. Molte aziende del settore abbigliamento nella nostra provincia sono al limite e per reagire a questo momento difficile e complesso hanno bisogno di riorganizzarsi e pianificazione. Per fare questo occorre fare sistema, creare sinergie tra le aziende e con il territorio in cui vivono, utilizzare bene le energie e le risorse disponibili, agire con metodo e soprattutto avere punti fermi, certezze e un orizzonte comune a cui guardare.
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