Romeo grande favorito nella corsa a segretario Lega della Lombardia

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di Vincenzo Caccioppoli

Dopo quasi dieci anni, la Lega torna al voto per il congresso regionale della Lombardia, e il 15 dicembre si preannuncia come una data cruciale per il futuro del partito in una delle sue regioni simbolo. La competizione si sta delineando come una sfida a due, dopo il ritiro (in polemica) del bergamasco Cristian Invernizzi: da una parte c’è il capogruppo della Lega al Senato, il brianzolo Massimiliano Romeo, dall’altra il leader dei Giovani leghisti, Luca Toccalini.

Se, però, la competizione resta ufficialmente aperta, Romeo appare già come il grande favorito, forte del sostegno pubblico di (almeno) 180 delegati su 373, che hanno già sottoscritto una lettera in favore della sua candidatura. “Sono abituato ad avere i piedi per terra, ma ho riscontrato molto sostegno”, ha dichiarato Romeo.

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Massimiliano Romeo, classe 1971, nato a Monza, è Capogruppo al Senato e figura di punta della Lega nelle istituzioni nazionali. Ha consolidato negli anni un ampio consenso, soprattutto tra chi vede nella sua leadership un punto di riferimento per il futuro. La sua candidatura è sostenuta da una larga parte del partito, che punta sulla sua esperienza per traghettare la Lega lombarda in un momento delicato, in cui il radicamento territoriale e il ruolo regionale devono necessariamente trovare spazio all’interno di un equilibrio nazionale più ampio. “Non do nulla per scontato, ma la vicinanza che ho percepito tra i delegati mi dà molta fiducia”.

E’ da tempo considerato una delle figure di rilievo della Lega moderata, considerato un uomo del segretario ( anche se proprio la corsa alla guida della Lombardia ha creato qualche inevitabile attrito), ha il piglio e la autorevolezza per guidare la Regione, che da sempre rappresenta il fulcro della Lega, fin dalla sua nascita. D’altra parte Romeo dopo una prima esperienza al comune di Moza come condigliere prima e assesore poi si candida  alle elezioni regionali in Lombardia del 2010, nella mozione del presidente uscente Roberto Formigoni, venendo eletto nella circoscrizione di Monza e Brianza con 6.202 preferenze.

Viene successivamente riconfermato alle regionali lombarde del 2013 con 2.405 preferenze nel medesimo collegio, diventando poi capogruppo della Lega in consiglio regionale. Nel 2018 viene eletto senatore nel collegio Lombardia 5, diventando poi capogruppo. Insomma ha un radicamento assai profondo con la Regione e per questo viene dato come grande favorito sul suo giovane rivale. Il fatto che il giovane Toccalini sia considerato l’uomo del segretario ha contribuito a creare un po di tensione nel partito lombardo, che attende l’esito della votazione forse anche come una sorta di piccolo ennesimo esame di leadership ( per ora ancora non ufficialmente in discussione) dello stesso Salvini.

L’ultimo congresso lombardo risale a nove anni fa, un’assenza che molti nel partito avevano iniziato a considerare problematica. La Lombardia, culla e laboratorio storico del Carroccio, è commissariata dal 2021, anno della clamorosa uscita di scena di Paolo Grimoldi, l’ultimo dei bossiani, poi espulso in un crescendo di strappi e ferite.

Massimiliano Romeo si prepara al congresso passando dalla provincia, con il favore dei militanti bergamaschi, a partire da quelli che ha chiamato a raccolta a Palazzago, feudo leghista da dove è praticamente partita la “campagna elettorale”: “Ho scelto di candidarmi a segretario regionale perché penso che sia importante rilanciare il partito sul territorio – ha raccontato -. Dopo il Governo 5 Stelle, Draghi e dopo la pandemia, dove la base è rimasta disorientata e certe scelte non sono state capite, credo sia necessario trovare la forza per rimotivarla, coinvolgerla perché deve essere il centro vero del movimento e perché la Lega è questo, il partito dei militanti.

È pur vero che le esperienze che abbiamo fatto ci hanno fatto perdere un po’ di identità. Alcune istante vanno riprese, quelle del nord in particolare, e credo che sia importante non fermarsi ma rilanciare. Non ci nascondiamo: abbiamo visto che gli ultimi risultati non sono stati straordinari. Abbiamo tenuto sì, ma il momento è diverso. Ci hanno sempre attaccati tutti, in particolare i poteri forti. Ma per resistere a tutto questo dobbiamo tornare ad avere un partito forte, attaccato alla base. Se c’è questo, nessuno ci può mettere da parte. Io in questo ruolo da motivare mi ci vedo, anche per la mia esperienza politica”. Ha detto Romeo, che anche in caso di vittoria sembra deciso a mantenere anche la carica di capogruppo al Senato, malgrado qualcuno vorrebbe il pugliese Roberto Marti in quel ruolo, in una sorta di apertura verso la parte meridionalista del partito.

Il congresso è stato convocato il prossimo 15 dicembre a Milano, con prima convocazione alle ore 9,15, presso l’Hotel Sheraton Milan San Siro, in via Caldera.

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