Il 18 novembre si è svolto il laboratorio partecipativo “A che punto siamo con la salute del suolo e del cibo nella città di Padova?” che ha visto la partecipazione di 24 realtà del panorama agricolo e alimentare cittadino: dieci esperti e rappresentanti del mondo della ricerca, sei organizzazioni della società civile e quattro esponenti della pubblica amministrazione.
L’evento è stato promosso e organizzato congiuntamente da due progetti molto affini: “Coltiva Padova. Cibo, salute e accessibilità. Proposte in campo” e “SAUR. Suoli Agricoli Urbani Rigenerati“. Il primo, raccontato in questo blog, ha l’obiettivo di condurre la città verso un’agricoltura e un sistema alimentare attenti alle persone e all’ambiente, mentre il secondo è un progetto del Comune di Padova finanziato dal programma europeo Horizon, volto a sviluppare una strategia condivisa per la gestione del suolo in chiave agroecologica.
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Utilizzando la metodologia partecipativa del World Café, i partecipanti hanno dialogato in piccoli gruppi per analizzare criticità e proporre soluzioni, condividendo le idee principali in una sessione plenaria finale.
Quali sono le problematiche?
Ai tavoli sono stati innanzitutto discussi gli ostacoli che intralciano sia il mantenimento e il miglioramento della fertilità del suolo sia la produzione di cibo di qualità e accessibile alla comunità di Padova. Il consumo di suolo, causato dalla pressione edilizia e all’origine di una frammentazione delle aree agricole, è uno degli ostacoli principali emersi durante il laboratorio. Nel corso delle discussioni anche il ruolo del fattore culturale è ritornato più volte, in varie sfaccettature.
La distanza culturale tra mondo agricolo e mondo cittadino è stata infatti sottolineata come elemento che ostacola il ricambio generazionale nelle aziende agricole. Anche la scarsa conoscenza da parte dei consumatori dell’origine e del processo produttivo del cibo è stata evidenziata in quanto rafforzerebbe modelli agricoli convenzionali piuttosto che valorizzare quelli più sostenibili.
Inoltre il cibo viene giudicato più per estetica che per etica, penalizzando modelli economici che si concentrano sul benessere degli animali e dei lavoratori. Infine sono state criticate anche alcune caratteristiche economiche e logistiche del settore agro-alimentare di tipo strutturale, per esempio un’alta presenza di terzisti nel settore agricolo da un lato e l’imposizione dei prezzi da parte della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) dall’altro.
Quali soluzioni si possono mettere in campo?
Nella seconda parte del laboratorio i partecipanti sono stati invitati a proporre collettivamente delle soluzioni, andando oltre le criticità. È stato evidenziato che affrontare le sfide del sistema alimentare richiede una riscoperta del valore della filiera agro-alimentare e una gestione consapevole delle sue complessità.
Alcuni esperti hanno suggerito l’implementazione di mercati locali, di sistemi di garanzia partecipata e di reti tra consumatori e produttori, anche per ridurre la dipendenza dalla GDO. Un altro strumento utile che è stato preso in considerazione è stato quello dell’”atlante del cibo” per la città, per mappare e valorizzare le risorse alimentari locali. Secondo la maggior parte dei partecipanti risulta fondamentale l’educazione dei consumatori, soprattutto in contesti come le scuole.
Altri hanno evidenziato la necessità di migliorare la comunicazione tra tutti gli attori della filiera e di progettare un sistema che risponda ai bisogni reali delle comunità. Inoltre è stato menzionato il ruolo imprescindibile di politiche integrate a lungo termine con sovvenzioni europee agli agricoltori e che incentivino buone pratiche, come quelle orientate ad un miglior utilizzo del suolo.
Alla fine del laboratorio è stato dato spazio alle riflessioni sul ruolo, le competenze e le responsabilità di ciascun partecipante nel supportare le strategie e gli approcci previamente discussi. La formazione è risultata al centro degli interventi ai tavoli: va migliorata sia per i produttori sia per i consumatori, con particolare attenzione alla sostenibilità, alla qualità e alla diffusione di buone pratiche e di tecnologie innovative e rigenerative.
Un futuro che parla di collaborazione
L’iniziativa risponde alle esigenze del progetto Coltiva Padova di proporre, attraverso percorsi partecipati, politiche del cibo sostenibili, sane e giuste. Questo laboratorio dimostra come la cooperazione tra ricerca, istituzioni, cittadinanza e settore produttivo possa dare vita a strategie innovative per un sistema agroalimentare sostenibile.
Il prossimo incontro del percorso di Coltiva Padova è previsto nel mese di gennaio e sarà un laboratorio di co-design per immaginare insieme soluzioni concrete. La prospettiva futura è continuare il dialogo tra i diversi attori, concepire collaborazioni e continuare ad agire in sintonia con il progetto SAUR, visto che la salute del suolo e la qualità del cibo sono intrecciati da percorsi comuni di gestione sostenibile del territorio.
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