MONTAPPONE – Federico Buffa, lo straordinario storyteller e voce inconfondibile di Sky, torna a calcare il palco del Festival Storie, regalando al pubblico un’altra serata memorabile. Sabato 7 dicembre, ore 21,30, al Teatro Italia di Montappone, Buffa incanterà il pubblico con “La storia di Michel Platini”, una leggenda del calcio mondiale. Ultimissimi biglietti disponibili su ciaotickets.com. Accompagnato dal giornalista Alvin Crescini, ripercorrerà le tappe più importanti della vita di Le Roi, le prime esperienze calcistiche, l’incontro con Gianni Agnelli, la Nazionale francese, passando per la parentesi da allenatore e dirigente, fino a diventare presidente dell’UEFA. Una vita destinata al calcio. Attraverso le parole di Buffa, ogni biografia diventa un viaggio inedito ed emozionante nello sport e nella vita dei campioni e la sua costante ricerca dei dettagli rende ogni storia potente ed evocativa. “Sabato tornerò nelle Marche – confessa Buffa – con l’entusiasmo e l’affetto che mi legano a questo Festival e a questo territorio”.
Buffa, che rapporto ha con questa terra? Riesce a scoprire qualcosa di nuovo quando torna?
“Si, anzi l’ho appena fatto per un evento di un’azienda che aveva un sodalizio con il FAI, mi hanno chiesto cosa racconterei del patrimonio culturale marchigiano e io ho risposto “parlerei dei teatri delle Marche” e ho fatto una dissertazione sulle mie tappe marchigiane. Ogni volta che torno, anche grazie al Festival Storie, scopro che ci sono dei borghi veramente piccoli, che però non si sono fatti mancare un teatro d’opera, magari anche soltanto per 25 persone. Questa cosa non ha eguali in tutto il mondo”.
La serata dedicata a Michel Platini promette di portarci nel cuore di un’epoca d’oro del calcio. Cosa la affascina di più della figura di Platini, tanto da dedicargli un intero spettacolo?
“L’ho intervistato già due volte nella mia vita, ha influenzato tantissimo il calcio degli anni ’80, un po’ perché ha vinto l’Europeo con la Francia, poi perché arrivato in Italia, diventa capocannoniere senza vincere il titolo, vince l’Europeo e l’anno dopo è stato Pallone d’Oro. Da lì, non si è più fermato, ha preso in mano la Juventus e ha fatto delle cose che hanno sempre fatto pensare che lui fosse ‘il giocatore’ di Gianni Agnelli”.
Lei è famoso per la sua capacità di narrare non solo gli eventi sportivi, ma anche le storie umane che li circondano. Qual è stata la sfida più grande nel raccontare Platini?
“Platini è stato ed è un campione complicatissimo e allo stesso tempo irresistibile, il più difficile da intervistare che abbia mai incontrato. Sa cosa può dire a seconda dei contesti, se siamo a cena o se si trova in contesti pubblici. E’ un personaggio unico, che non riesce a non essere in mezzo al mondo”.
Ci sono invece figure femminili che potrebbero stimolarla? Egonu, Goggia tanto per fare esempio?
“Nella puntata di Natale che registrerò per “Federico Buffa Talks”, ho chiesto se potevo fare una parte solo femminile. Credo che nella storia dello sport italiano, raramente ci sia stato un esempio come la nazionale di pallavolo femminile di quest’anno, a livello olimpico, una squadra che vince l’oro perdendo un set in tutto il torneo è pressoché impossibile da replicare. Loro meriterebbero una serata solo per loro. Poi io ho una venerazione per la velista Caterina Banti, è la sportiva italiana più vincente di questi anni, si è ritirata quest’anno dopo due ori olimpici, è una donna sensazionale che stimo tantissimo. Perdiamo un patrimonio se non la teniamo nello sport italiano. Un’altra sportiva che mi piace molto, anche lei campionessa olimpica, è la judoka Alice Bellandi, un bel personaggio dello sport contemporaneo. Lo sport femminile di fatto regge tutto quanto perché sono le donne che vincono di più, battono sia le avversarie che il sistema, che evidentemente non le supporta come dovrebbe.
Buffa, lei è un’antologia vivente dello sport, ma come sceglie i protagonisti delle sue storie? Esiste un elemento che li accomuna?
“Si, se posso scelgo personaggi che hanno sconfitto la logica e le premesse. Anche Platini per certi versi, era piccolo, è stato scartato al primo provino, e invece poi succede che l’universo guarda giù, le forze si muovono ed è diventato quello che sappiamo, un paradigma di giocatore in tanti casi, è un esempio di ‘vincere quando nessuno se lo aspetta più’. Queste sono le storie che mi affascinano di più in assoluto”.
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