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Il numero di soldati ucraini che hanno disertato nei primi dieci mesi di quest’anno ha superato quello registrato nei due anni precedenti. Le scene della coscrizione obbligatoria che girano sempre più frequentemente sul web sono impressionanti. Gli uomini sono braccati dai reclutatori dell’esercito ovunque: per strada, nei supermercati, nei campi sportivi. E dalla strada al fronte il passaggio è sempre più immediato.
Le crescenti difficoltà affrontate da Kiev nella guerra contro la Russia avvengono in un contesto in cui Mosca continua a consolidare il controllo su nuovi territori nell’Ucraina orientale.
Secondo un’inchiesta pubblicata dal Financial Times a firma di Igor Koshiw e Christopher Miller, un episodio significativo si è verificato alla fine di ottobre, quando centinaia di soldati della 123ª Brigata ucraina hanno abbandonato le loro posizioni nella città di Vuhledar. I militari hanno denunciato la carenza di armi e un addestramento insufficiente come cause principali della loro decisione.
Un’altra indagine, realizzata da Samya Kullab per l’Associated Press, ha evidenziato che la diserzione è diventata un problema strutturale per l’esercito ucraino. Un ufficiale della 72ª Brigata, intervistato a riguardo, ha dichiarato: “È chiaro che ormai abbiamo già spremuto il massimo dalle nostre persone”, sottolineando come questo fenomeno abbia avuto un ruolo significativo nella perdita di Vuhledar.
Questi episodi non solo mettono in luce le difficoltà operative delle forze ucraine, ma sollevano anche interrogativi sulla sostenibilità del conflitto a lungo termine, in un contesto in cui la pressione psicologica e logistica sembra sempre più difficile da gestire.
Coscrizione in Ucraina, misure drastiche e coercizione crescente
La mobilitazione militare in Ucraina, intensificatasi con il prolungarsi del conflitto con la Russia, è diventata una questione sempre più critica e problematica. Kiev ha imposto una mobilitazione generale che impedisce agli uomini tra i 18 e i 60 anni di lasciare il Paese, mentre le norme per il reclutamento si sono progressivamente inasprite. Nonostante gli sforzi, il governo fatica a raggiungere gli obiettivi prefissati, dovendo affrontare una crescente resistenza interna e critiche internazionali.
La pressione per mobilitare circa 200.000 nuovi soldati ha spinto i reclutatori ad adottare metodi controversi, inclusi posti di blocco e rastrellamenti nei luoghi pubblici. Uomini vengono fermati per strada, nei centri com
merciali, persino nelle palestre, e costretti a presentarsi presso i centri di reclutamento. Spesso, le esenzioni mediche non vengono rispettate, come nel caso di un uomo con malattie croniche arruolato forzatamente a Odessa. Alcuni hanno denunciato episodi di violenza fisica, mentre sui social media circolano video di coscrizioni forzate che hanno suscitato indignazione.
Burocrazia inefficiente e corruzione dilagante
La campagna di mobilitazione è segnata da inefficienza e corruzione. Alcuni funzionari hanno ammesso di non riuscire a raggiungere nemmeno il 20% degli obiettivi previsti. Si parla di tangenti che possono raggiungere migliaia di dollari per evitare la leva. Inoltre, molte reclute risultano fisicamente inadatte al servizio a causa di gravi problemi di salute, aggravando la già difficile gestione del personale militare.
Le nuove regole, come l’abbassamento dell’età per il reclutamento a 25 anni, hanno sollevato proteste, soprattutto tra i giovani e le famiglie. Sono state create reti clandestine per segnalare i movimenti delle squadre di reclutamento, mentre alcuni individui preferiscono rischiare la fuga dal Paese, nonostante il pericolo di gravi sanzioni o incidenti mortali durante il tentativo.
Problemi logistici e mancanza di supporto ai soldati
La mancanza di equipaggiamenti adeguati e il limitato supporto ai soldati al fronte contribuiscono alla disillusione tra le reclute. Molti veterani e potenziali soldati esprimono il timore di essere mandati in battaglia senza una preparazione adeguata. Nonostante l’assistenza militare occidentale, permangono difficoltà nel garantire risorse sufficienti a tutte le unità.
La strategia di mobilitazione di Kiev rischia di erodere ulteriormente il supporto interno e la stabilità sociale. La crescente resistenza alla leva e la sfiducia nei confronti delle istituzioni militari potrebbero complicare ulteriormente gli sforzi del governo in guerra nel bilanciare la necessità di difendersi con il rispetto dei diritti e delle esigenze della propria popolazione.
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