Una città in festa e il tartufo re indiscusso tra gusto e cultura. Il vicepresidente della Giunta Regionale, Emanuele Imprudente: «Il nostro è un modello che funziona, frutto di un lavoro di squadra»
L’edizione 2024 della Fiera Internazionale dei Tartufi d’Abruzzo si è conclusa a L’Aquila con un bilancio straordinario. Dal 29 novembre al 1° dicembre, oltre 35mila visitatori, infatti, hanno animato il centro storico della città, trasformando la bellissima Piazza del Duomo in un vivace crocevia di gusto, cultura e tradizione.
Con più di 50 espositori, un programma ricco di eventi e il contributo di numerose istituzioni, la terza edizione della manifestazione si è confermata un appuntamento imperdibile per celebrare il terroir regionale, confermando il suo ruolo di riferimento per l’enogastronomia abruzzese.
L’Aquila, simbolo di rinascita e autenticità
La città ha avuto un ruolo centrale nella Fiera del tartufo abruzzese, accogliendo buyer e giornalisti dall’Italia e dall’estero. La scelta di ambientare l’evento nel cuore pulsante della città non è casuale: il capoluogo, in un percorso di rinascita e crescita, trova infatti nella manifestazione un simbolo di rinnovamento e fiducia nel futuro.
L’evento, oltre a essere un’esposizione di un prodotto d’eccellenza locale come il tartufo, si propone anche come un catalizzatore culturale e identitario.
«L’obiettivo della Fiera Internazionale dei Tartufi d’Abruzzo è quello di trasformare il valore economico del tartufo in un volano per lo sviluppo culturale e per rafforzare il senso di appartenenza alla comunità – ha dichiarato durante l’inaugurazione il sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, Luigi D’Eramo, aquilano doc – È importante raccontare la bellezza dell’Aquila ricostruita, simbolo dell’orgoglio italiano e dello sforzo collettivo che ha ridato vita alla città, anche su scala internazionale. L’evento di oggi guarda infatti già alla città come Capitale della Cultura 2026, dove il settore primario, l’agricoltura e l’allevamento in primis, avranno di sicuro un ruolo centrale»
Il tartufo d’Abruzzo, simbolo di eccellenza e identità territoriale
Un progetto che valorizza il tartufo come ambasciatore della regione, unendo qualità, ambiente e promozione internazionale.
La Fiera Internazionale dei Tartufi d’Abruzzo, fortemente voluta da Emanuele Imprudente, vicepresidente della Giunta Regionale e Assessore all’Agricoltura e all’Ambiente, è diventata negli ultimi tre anni un appuntamento centrale per la promozione del territorio.
Grazie a questo evento, la regione punta a trasformare il tartufo in un simbolo di eccellenza, con strategie che raccontano al mondo il legame profondo tra qualità del prodotto e un ambiente unico nel suo genere.
«Abbiamo costruito un progetto, un percorso che mette al centro i tartufi d’Abruzzo come elemento di valorizzazione del prodotto, innanzitutto – ha dichiarato il vicepresidente regionale Emanuele Imprudente – In questi ultimi tre anni, tramite la fiera, abbiamo costruito un brand, quello dell’Abruzzo e dei suoi tartufi, cosa che stiamo raccontando a livello nazionale e internazionale. E raccontiamo la verità: il nostro tartufo è unico nel suo genere, qualitativamente superiore agli altri. Non per nulla l’Abruzzo è una regione che vanta tre parchi nazionali e un parco regionale. Se il valore ambientale ha un senso, ciò che è sotto la terra di una regione che ha nell’ambiente il suo punto di forza non può che essere qualitativamente superiore»
La sinergia che valorizza il territorio e guarda al futuro
La Fiera Tartufi d’Abruzzo 2024, organizzata dalla Regione Abruzzo tramite ARAP e con il sostegno dei GAL regionali e di ARTA nell’ambito del progetto “Abruzzo Regione del Benessere”, ha visto anche il contributo del Dipartimento Agricoltura e del Comune.
La kermesse si è rivelata un palcoscenico per iniziative di rilievo, come la Mostra Internazionale “Scent of Italy”, portata per la prima volta in una fiera dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, solitamente riservata alle ambasciate italiane all’estero.
La scelta di ambientare la manifestazione nel cuore della città ha dimostrato il suo successo, sottolineando il valore di un sistema collaborativo ormai riconosciuto come “Modello Abruzzo“.
Questo approccio virtuoso, come spiega il vicepresidente Imprudente, è il risultato di un lavoro di squadra che coinvolge attori pubblici e privati: dalla Regione ai GAL, passando per ARAP, ARTA, le Camere di Commercio, i Consorzi di Tutela e i Distretti agricoli, fino agli istituti scolastici alberghieri, turistici e agrari, l’Unione Regionale Cuochi Abruzzo, i Comuni, i Distretti Agricoli di Qualità e quelli bio, il Distretto Cibo.
Secondo Imprudente, questa sinergia ha permesso di costruire una strategia condivisa che sta favorendo una nuova consapevolezza del potenziale abruzzese, un tratto fino a poco tempo fa quasi assente nella cultura del territorio.
Un dono della natura forte e gentile, simbolo della cultura abruzzese
Il legame tra il tartufo e la cultura abruzzese è profondo, radicato nella storia rurale e contadina della regione.
L’Abruzzo è una terra che sa coniugare la forza della montagna con la dolcezza del mare, valorizzando le sue eccellenze: dal pesce dell’Adriatico ai prodotti unici di un territorio montano spesso difficile da vivere.
In questo contesto, il prezioso fungo ipogeo assume un ruolo speciale, emblema di quella dualità che caratterizza sia la terra che i suoi abitanti: forte e gentile, come racconta il vicepresidente Imprudente:
«A volte siamo incoscienti di quello che abbiamo tra le mani. È l’inconsapevolezza delle capacità, l’inconsapevolezza della bellezza della nostra terra, l’inconsapevolezza della qualità dei nostri prodotti: questo è il motivo per cui vogliamo valorizzare ciò che abbiamo intorno e che riusciamo a esprimere come territorio»
Un ricco cartellone per la Fiera Tartufi d’Abruzzo 2024
Il successo della Fiera Tartufi d’Abruzzo è stato testimoniato dalla grande partecipazione di pubblico, che ha potuto apprezzare non solo le eccellenze gastronomiche del territorio, ma anche un ricco programma di eventi collaterali (ne avevamo parlato qui).
Dagli show-cooking di grandi chef abruzzesi alla degustazione del panettone al tartufo, una creazione originale del maestro pasticcere Anzellotti, all’avvincente esperienza dell’assaggio al buio organizzata con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.
Momenti di folklore e laboratori didattici hanno completato il quadro, coinvolgendo visitatori di tutte le età.
Un’esperienza completa e coinvolgente, che ha voluto raccontare e valorizzare la qualità unica dell’Abruzzo come espressione di una cultura che, attraverso tradizioni come la transumanza, si tramanda con autenticità e orgoglio.
Il tartufo d’Abruzzo, con il suo sapore deciso e raffinato, diventa così il simbolo perfetto per rappresentare una delle eccellenze di una regione ricca di storia e potenzialità.
Una preziosa occasione di rilancio, insomma, data dalla combinazione tra cultura, natura ed enogastronomia che può e deve trasformare L’Aquila e l’intero Abruzzo in una destinazione ancora più attrattiva, capace di raccontare un’identità forte e profondamente radicata.
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