Una delegazione del Comitato Tardini Sostenibile, guidata dalla Presidente Anna Kauber, con la partecipazione dell’avv. Rossolini a nome di Italia Nostra, il giorno 3 dicembre scorso, ha incontrato il Prefetto di Parma, al quale ha posto una serie di problematiche attinenti all’attuale collocazione dello stadio in città. I temi, posti all’attenzione del rappresentante del Governo in provincia, hanno riguardato essenzialmente la sicurezza, di cui il Prefetto stesso è il massimo garante. Come più volte sottolineato dai cittadini residenti nella zona Cittadella, le partite di calcio che la squadra del Parma gioca in città determinano tanti problemi, più volte segnalati alle forze dell’ordine ed all’ente locale e denunciati sulla stampa. Forti ostacoli alla mobilità, anche in presenza di motivi urgenti, con ricadute negative sul traffico di tutta la città, interruzione del servizio di trasporto pubblico, sosta selvaggia, tale da ostruire anche il movimento dei pedoni, intemperanze da parte di gruppi di tifosi ospiti, rumori assordanti gravemente lesivi del diritto alla quiete, soprattutto da parte di anziani e bambini.
Il dossier di immagini fotografiche, con link di video e memorie di fatti accaduti negli ultimi anni, consegnato al Prefetto, costituisce una preziosa testimonianza di quanto denunciato dal Comitato. Una situazione, quindi, che travalica il semplice disagio per sconfinare nell’area della insicurezza, intesa come lesione dei diritti fondamentali dei singoli. D’altra parte, che la collocazione dello stadio nel centro della città sia insostenibile e sia causa di tante violazioni di legge, lo aveva già affermato il TAR di Parma con due sentenze, una del 12 maggio 1992, l’altra del 3 novembre 1998, i cui dispositivi sono stati portati all’attenzione del Prefetto. Secondo la sentenza del ’92, la normativa sulla sicurezza degli stadi (tuttora vigente), non consentiva l’ampliamento del Tardini poiché l’impianto è insanabilmente “chiuso in un perimetro continuo e totalmente immerso in pieno centro abitato”. Secondo quindi la sentenza di ottemperanza del 3 novembre 1998, con le misure restrittive straordinarie si “limita fortemente la mobilità in una vasta area urbana che non consentono, a chi non si reca allo stadio, l’esercizio degli elementari diritti di movimento in cui si sostanzia la qualità della vita”. In sostanza, i vizi dai Giudici riscontrati riguardavano, oltre ad altre violazioni, quelle in materia urbanistiche, in particolare, delle previsioni relative alla dotazione minima dei parcheggi, e delle norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio di impianti sportivi. Tali problematiche, già attualmente molto pesanti e rimaste irrisolte da più di 30 anni (in quanto evidentemente irrisolvibili), rischiano di diventare assolutamente insostenibili per tutta la città se l’impianto sportivo fosse rifatto come da progetto definitivo del Parma Calcio, e, quindi, destinato anche a funzioni commerciali e di intrattenimento a ciclo continuo.
La nuova infrastruttura in quella collocazione urbana avrebbe un carico urbanistico, ambientale e sociale gravemente impattante sulla vita di tutti i cittadini, che da tempo hanno iniziato a prendere coscienza e a manifestare la propria opposizione. E’ proprio su questo secondo punto che il Comitato ha richiamato l’attenzione del Prefetto, sottolineando la delicatezza della situazione che si sta verificando in città, dove si registra una grave frattura tra le attese dei cittadini e le risposte del Comune. Basti pensare al non riconoscimento dei pareri maggioritari palesemente contrari al progetto di demolizione e ricostruzione dello stadio espressi nel processo partecipativo iniziato alla fine dell’anno 2022, alla totale sottovalutazione del peso delle 8.241 firme raccolte in soli 40 giorno a sostegno della petizione, al mancato confronto sui tanti rilievi al progetto accuratamente documentati in diversi studi di approfondimento tematico, nonché all’assoluta opacità con cui continua a venir gestito tutto il procedimento. Da questa frattura sta derivando in un ampio numero di persone e famiglie un sentimento diffuso di frustrazione, rabbia e risentimento, da cui potrebbero derivare conflitti sociali, come anche si legge nei pareri scritti da noti docenti di sociologia dell’Università di Parma, depositati nei Quaderni del processo partecipativo e nelle Osservazioni alla variante urbanistica. Al termine dell’incontro, la delegazione ha ringraziato il Prefetto per la disponibilità e l’attenzione mostrata, confidando nella continuazione di tale sensibile ascolto e vigilanza nelle prossime fasi di esame del progetto.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link