Fernanda Lessa: «Da modella spendevo mille euro al giorno in droghe e dipendevo dall’alcol. Il cibo mi ha salvato»

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�Quando sono arrivata in Italia, parecchi anni fa, ho subito avvertito aria di casa. Me ne sono andata solo per motivi lavorativi, ma il vostro Paese rester� per me il pi� bello del mondo. Oggi? Bazzico in Portogallo: sto rincorrendo il mio sogno. Quello di diventare attrice. Ho saggiato la bellezza di questo lavoro partecipando al cast de “Il punto di rugiada”, film di Marco Risi in cui ho interpretato la nuova moglie di Carlo, uno dei protagonisti. Mi si � aperto un mondo. Proprio grazie a questa pellicola, uscita lo scorso anno, ho deciso di cominciare un nuovo mestiere. Da zero, con umilt�, in un Paese in cui nessuno mi riconosce�.

Classe 1977, brasiliana di Rio de Janeiro, Fernanda Lessa � stata una delle top model pi� famose della seconda met� dei Novanta, con un curriculum di tutto rispetto: per anni ha sfilato sulle passerelle del pr�t-�-porter a New York, Milano e Parigi. Poi s’� data alla Haute-couture, a Parigi e Roma. Ed � stata la donna copertina di magazine di pregio — Vogue, Marie Claire, Elle, GQ, Maxim, per citarne soltanto alcuni — a ogni latitudine. Poi di lei si sono perse le tracce, almeno in Italia.

Che cosa � successo?
�Di tutto. Ero all’apice della mia carriera, viaggiavo da una parte all’altra del globo, senza mai fermarmi. Non una casa, non una famiglia n� un porto sicuro in cui approdare. Di amici neppure l’ombra. Mi sono ritrovata a frequentare brutte compagnie, nonostante la mia model agency avesse cercato in tutti i modi di avvertirmi e tenermi alla larga da certa gente�.

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Cosa ha fatto?
�Ho seguito l’andazzo. Negli anni Novanta il mondo della moda era piuttosto vizioso: “pippavano” in molte, anche di pi�. Era un modo per non mangiare e dimagrire. Poi si andava in palestra a sudare. Durante la settimana lavoravo moltissimo. Nel weekend mi sfondavo di alcol e droghe. Mi aiutavano a non sentire la solitudine, ad alleggerire il fardello dei miei problemi. Tra il 2000 e il 2008 sono arrivata a spendere anche mille euro al giorno per farmi. Mentre l’alcol non bastava mai. Una combo devastante�.

Poi?
�Mi sono decisa a chiedere aiuto: ero troppo sola, dovevo prendere in mano la mia vita e svoltare. Il supporto psicologico in questi casi � fondamentale perch� non soltanto ti aiuta a rialzarti, ma ti d� consapevolezza. Pian piano mi sono affidata al SerT, il Servizio per le Tossicodipendenze dedicato alla cura, alla prevenzione e alla riabilitazione delle persone che, come me, hanno, tra gli altri, problemi conseguenti all’abuso di uso di sostanze e alcol�.

Oggi come sta?
�Ho ripreso la mia vita. Ne ho passate tante, ma sono fiera dei traguardi raggiunti. Sono persino diventata salutista (ride)�.

Cio�?
�Il cibo per me � un dono del cielo. Sono grata per ogni boccone che mangio, cerco di assaporarlo con lentezza coinvolgendo tutti i sensi. � il piacere dell’appagamento. A tavola metto tutto. In un periodo storico in cui i disturbi del comportamento alimentare, bulimia e anoressia sono dilaganti, soprattutto tra i giovani, noi genitori abbiamo il dovere di educare al buon cibo, alla buona tavola, al convivio. Ecco proprio il convivio � il luogo del dialogo: a me � mancato moltissimo. Ai nostri figli non dovrebbe mai capitare�.

Negli ultimi due anni ha ritrovato una forma fisica invidiabile.
�Ho curato molto l’alimentazione e scoperto l’importanza delle materie prime che devono essere di ottima qualit�. Il che permette di concedersi di tutto: pasta, carne o pesce grigliati, insalate, frutta e verdura di stagione. Per una buongustaia come me � il massimo. Invece, per quanto gustosi possano essere, cerco di evitare o comunque ridurre al lumicino dolci, fritti e formaggi grassi. Sotto consiglio medico ho tolto il lattosio: sto decisamente meglio. E mi prendo del tempo per me: corsa, palestra, attivit� fisica in generale. � un modo per allenare la mente oltre che il fisico. Senza scorciatoie: non sono per prodotti dimagranti “miracolosi”, io, n� per il chirurgo estetico�.

Sar� indelicata: con vino e alcol che rapporto ha adesso?
�Nessuna indelicatezza. Non � certo un mistero: ne ho parlato pi� volte. Ho cominciato a bere a 14 anni, pian piano ho sviluppato una dipendenza. Sono arrivata a bere fino a tre bottiglie di alcol al giorno. � stato mostruoso perch� non esiste cura: devi soltanto smettere. Tra alti e bassi io ne sono uscita grazie a mio marito (l’imprenditore e fotografo Luca Zocchi, ndr): lui � sempre stato al mio fianco, anche nei miei momenti peggiori, e ha dimostrato una grande fiducia in me�.

Ha detto di avere cominciato a bere a 14 anni. Perch�?
�Da ragazzina mi bullizzavano. Per i miei compagni ero “un sacco di ossa”, “un manico di scopa” e altro ancora tanto ero magra e alta. Non rispondevo certo ai canoni di bellezza brasiliani. Io facevo finta di niente ma poi, una volta a casa di ritorno da scuola, mi isolavo e piangevo. Bere mi confondeva, mi faceva sentire pi� bella. Oggi, se guardo indietro e ripercorro il mio passato, ci rido sopra, ma la ferita c’�. Impossibile cancellarla�.

Fernanda, lei ora si piace?
�Mi piace il percorso che ho fatto in tutti questi anni. Oggi sono una donna consapevole e fortificata nelle mie fragilit�. Finalmente so che quando si � nel guado delle difficolt�, bisogna chiedere aiuto senza aspettare di finire nel baratro. Fermarsi, alzare la mano e desiderare un supporto non � debolezza, ma piena coscienza di s�. Credo che sia importante parlarne e trasferire questo messaggio anche ai ragazzi perch� sappiano che, se affrontati insieme, i problemi diventano affrontabili. Mi piaccio? Direi piuttosto che mi sento bella, di una bellezza interiore. Continuo a non amare i miei lunghi arti (ride), ma accetto i segni del tempo e della sofferenza che solcano la pelle. Parlano di me, del mio cammino, della mia rinascita�. Di attrice, in Portogallo. Chiss�, magari nel ruolo di donne che ce l’hanno fatta. Chi pi� di Fernanda potrebbe interpretarlo meglio?

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