Nella mattinata di martedì 3 dicembre 2024, presso la Tower 47, la location per eventi al 47° piano della Torre Allianz di Milano, si è tenuta l’iniziativa “Il cuore del progresso: capitale umano al passo con la Twin Transition”, organizzata da OBR Fondimpresa Lombardia, che ha riunito una platea di imprese, istituzioni e addetti ai lavori per approfondire il ruolo centrale della formazione continua dei lavoratori, offrendo l’opportunità di un confronto a tutto tondo sul tema delle transizioni gemelle e sul ruolo di Fondimpresa
Il saluto introduttivo è stato affidato ad Enzo Mesagna, Segretario Regionale CISL Lombardia e Vicepresidente di OBR Fondimpresa Lombardia, di cui riportiamo di seguito alcune parole:
“La pandemia, le guerre ancora in corso, le questioni geopolitiche hanno cambiato il nostro modo di vivere e lavorare, accelerando processi già in atto, come la digitalizzazione e l’adozione di nuove tecnologie, mentre la transizione ecologica è diventata una priorità globale non più rimandabile.
La cosiddetta twin transition, che combina la rivoluzione digitale con quella ecologica, rappresenta infatti un cambiamento epocale. Questi due percorsi sono strettamente intrecciati e il loro successo dipende dalla capacità delle persone di acquisire nuove competenze e di integrarle efficacemente.
Queste trasformazioni stanno ridefinendo competenze e processi, richiedendo nuove capacità per cogliere le opportunità offerte da questi cambiamenti. La rapidità con cui le tecnologie evolvono e i modelli produttivi cambiano, richiede competenze sempre più specifiche e aggiornate ed è la causa dell’ormai famoso mismatch tra domanda e offerta di competenze.
In Italia quasi la metà delle posizioni aperte non viene coperta a causa dell’inadeguatezza delle competenze dei candidati. Questo disallineamento è costato al nostro Paese circa 44 miliardi di euro nel 2023, pari al 2,5% del PIL. In questo contesto, la formazione continua non è più un’opzione, ma diventa una necessità strategica, un pilastro su cui costruire una società più competitiva, inclusiva e sostenibile. È fondamentale intervenire con politiche attive del lavoro e percorsi formativi che consentano ai lavoratori di acquisire le competenze richieste nei settori in crescita. È il mezzo per evitare di essere esclusi dal mercato del lavoro e per acquisire competenze in settori in crescita. La formazione continua è allora uno strumento per promuovere anche l’inclusione sociale, offrendo a tutti, indipendentemente dall’età o dalla
condizione professionale, l’opportunità di rimettersi in gioco. I fondi interprofessionali come Fondimpresa rappresentano il risultato di una visione condivisa, di un patto tra aziende e lavoratori che riconosce nella formazione continua un diritto per i lavoratori, una leva strategica per le imprese ma anche una responsabilità comune. Questo modello, basato sulla bilateralità, riflette infatti una visione avanzata del lavoro. La bilateralità è un valore che promuove un equilibrio tra le esigenze delle imprese e i diritti dei lavoratori. È il segno di una collaborazione che mette al centro la persona e che riconosce nel capitale umano il vero motore del progresso economico e sociale. In particolare Fondimpresa riafferma, con la sua attività, il ruolo centrale che la formazione continua riveste per il nostro Paese e rappresenta un esempio virtuoso di come il dialogo tra le parti sociali possa tradursi in azioni concrete a favore di imprese e lavoratori.
Dal 2022, Fondimpresa ha stanziato oltre 4 miliardi di euro per progetti formativi, coinvolgendo migliaia di aziende e quasi 5 milioni di lavoratori e lavoratrici su tutto il territorio nazionale.
Con quasi 29000 imprese aderenti a cui corrispondono oltre 1,1 milioni di lavoratori e lavoratrici, la Lombardia rappresenta per Fondimpresa il 13,52% delle aziende aderenti e quasi il 23 % dei lavoratori.
Nel 2023 sono stati finanziati più di 6000 piani formativi, solo per il conto formazione, per oltre 93 milioni di euro a dimostrazione di come la formazione continua rappresenti una leva strategica per lo sviluppo del nostro territorio.
Ma c’è ancora molta strada da fare: nel nostro Paese solo il 35% degli adulti partecipa a percorsi di formazione continua, una percentuale che ci colloca al ventunesimo posto in Europa. L’obiettivo fissato per il 2030 è di raggiungere il 40%, ma per farlo è necessario un cambio di passo, sia culturale che strutturale. La formazione non può più essere considerata come una fase limitata ai primi anni di vita o ai percorsi di istruzione tradizionale. Deve essere un processo permanente, che accompagna ciascun lavoratore lungo tutto il percorso professionale. Occorre promuovere una cultura della formazione continua, sensibilizzando tutti gli attori coinvolti sull’importanza strategica di investire nelle competenze per affrontare il futuro. La formazione continua non è solo una risposta alle sfide del presente, ma rappresenta una visione per il futuro. È il modo per garantire che nessuno venga lasciato indietro, che ogni persona possa esprimere il proprio potenziale e contribuire al progresso collettivo“
Per la CISL Lombardia, alla tavola rotonda, ha partecipato il Segretario Generale Ugo Duci:
“Credo che dovremmo provare nel primo lustro del primo secolo del nuovo millennio a cambiare anche un po’ il nostro linguaggio; ve lo dico sinceramente: a me il termine capitale umano non è mai piaciuto e non mi piace, perché sa tanto di fattore della produzione. Come è capitale il capannone, come sono capitale le macchine che producono, come sono capitale i soldi, le risorse finanziarie che tengono in piedi l’azienda. Il capitale umano chiamiamolo col proprio nome vero: persone, donne e uomini. Se ci mettiamo in relazione tra la persona che è l’imprenditore e la persona che è il lavoratore o la lavoratrice di quell’impresa, probabilmente la dignità dell’uno e dell’altro o dell’altra saranno salvaguardati ed entrambi parteciperanno a costruire un futuro dignitoso per tutti”
Per saperne di più, leggi il comunicato stampa completo:
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