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La bellezza è sempre più intelligente. Fin dagli esordi, il mondo della cosmetica è legato alla ricerca e all’approccio scientifico e oggi si può affermare che stia entrando in una nuova fase rivoluzionaria, grazie all’avvento dell’AI e Big Data.

Un futuro prossimo che presto farà parte del presente, sotto forma prodotti d’uso quotidiano, come l’applicatore di makeup 3D shu:brow di Shu Uemura per disegnare la forma perfetta delle sopracciglia in pochi secondi o come l’AirLight Pro per asciugare i capelli più velocemente e con meno energia. Dispositivi non a caso sviluppati entrambi da L’Oréal.

In alto, Ninell Sobiecka, presidente e amministratore delegato di L’Oréal Italia, è stata ospite del Milano Fashion Global Summit 2024 di Class Editori alla Torre Velasca.

Del resto, questo processo rivoluzionario nel mondo del beauty si può osservare con chiarezza guardando alla storia e al presente di L’Oréal: da piccola azienda pargina, fondata ai primi del ’900 nella Ville Lumières da un chimico illuminato, appunto, Eugène Schueller, oggi la multinazionale è il più grande player del settore, proprio perché guarda sempre avanti, come ha raccontato Ninell Sobiecka, presidente e amministratore delegato di L’Oréal Italia, dal palco del Milano Fashion Global Summit 2024, il più importante evento in Italia dedicato a moda, bellezza e lusso, organizzato da oltre vent’anni da Class Editori (la casa editrice che pubblica questo giornale), che si è svolto a fine ottobre alla Torre Velasca.

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Gentleman. Con L’Oréal ha girato il mondo, Francia, Europa e soprattutto Asia. Da gennaio, è qui in Italia. Che impressione ne ha avuto finora?

Ninell Sobiecka. L’Italia è per noi un Paese strategico, prima di tutto perché è stata primissima filiale L’Oréal al di fuori della Francia; poi perché è ancora oggi uno dei mercati più grandi e importanti per noi. E poi va ricordato che l’Italia per tutti è un Paese di grande bellezza e, di conseguenza, di consumatori più esigenti dal punto di vista dell’estetica. Siete nella top tre al mondo per quanto riguarda le cure estetiche. Basta passeggiare per Milano per rendersi conto dell’attenzione che le persone hanno per se stesse e per lo stile, il gusto diffuso per la moda. C’è poi un’altra specificità, quella demografica, che è importante: l’Italia è, dopo il Giappone, il Paese con l’età media più alta al mondo.

Rouge sur Mesure di YSL Beauty per creare rossetti su misura.
Rouge sur Mesure di YSL Beauty per creare rossetti su misura.

G. Un mercato interessante…

N.S. Molto, basta pensare ai prodotti anti-aging, con una fascia di valore alto, o a quelli per i capelli. Grandi opportunità, ma anche tanta competizione, per la frammentazione dei consumatori, la differenza di acquisti tra Nord e Sud, la rete di distribuzione molto tradizionale, una grande frammentazione di brand. Questo si traduce in una grande sfida per offrire una shopping experience da ricordare.

G. Come si reagisce a questi cambiamenti? Quanto state investendo sull’innovazione e dove?

N.S. Abbiamo una storia centenaria, ma siamo sempre stati degli innovatori. Fin dalla nostra fondazione 115 anni fa, l’innovazione è la dorsale del nostro modello di business, ricerca e innovazione non si applicano solo al prodotto. Siamo stati i primi nel mondo del beauty a sviluppare l’e-commerce e ora siamo il benchmark per quanto riguarda le vendite digitali. Ora il nostro obiettivo è diventare una BeautyTech Company.

Scent Station di YSL Beauty per creare fragranze su misura.
Scent Station di YSL Beauty per creare fragranze su misura.

G. L’AI sta portando una grande rivoluzione.

N.S. L’Oréal investe il 3% del fatturato, si tratta di circa un miliardo di euro all’anno in ricerca e sviluppo. Ma puntiamo anche su ciò che oggi si chiama T&D, tecnologia e dati. Abbiamo 8mila data scientist in azienda e stiamo lavorando per sfruttare tutto il potenziale di Big Data e AI, per capire meglio quanto e come stanno cambiando le esigenze dei consumatori.

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G. Qual è il ritorno di questi investimenti? Come si traduce in concreto nei prodotti?

N.S. Al CES (International Consumer Electronics Show, ndr) di Las Vegas e al Vivatech di Parigi lanciamo sempre nuovi device. Possiamo dividerli in tre aree: i dispositivi diagnostici che aiutano a fare le scelte migliori e a trovare il prodotto giusto; le tecnologie in ambito di sostenibilità, inclusione e diversità; e per finire quelle che migliorano l’esperienza o il prodotto.

Per fare qualche esempio, nella prima macroarea abbiamo Beauty Genius di L’Oréal Paris, un assistente di bellezza basato su intelligenza artificiale che permette di trovare i prodotti più adatti al consumatore e offrire esperienze personalizzate, oppure Scent Sation di YSL Beauty un dispositivo basato sulla neuroscienza che permette di trovare la fragranza ideale. Per quanto riguarda la seconda categoria, quella legata alla sostenibilità, posso citare Hapta di Lancôme un device pensato per aiutare le persone con disabilità motorie ad applicare il makeup. Per l’ultima categoria abbiamo invece YSL Rouge sur Mesure, un dispositivo che consente di creare a casa il proprio rossetto personalizzato.

Hapta di Lancôme, device per applicare il makeup.
Hapta di Lancôme, device per applicare il makeup.

G. Nel comparto del fashion e del beauty il tema della sostenibilità è molto forte.

N.S. In azienda abbiamo incominciato presto con Sharing Beauty with All nel 2013. Nel 2020 abbiamo lanciato L’Oréal For the Future con obiettivi concreti e misurabili al 2030. I nostri risultati sono riconosciuti. Siamo l’unica azienda al mondo ad aver ricevuto per 8 anni consecutivi la tripla A dall’organizzazione non profit CDP, un importante riconoscimento della leadership ambientale del gruppo per la lotta ai cambiamenti climatici, la protezione delle foreste e l’utilizzo delle risorse idriche.

3D shu:brow per disegnare le sopracciglia di Shu Uemura.
3D shu:brow per disegnare le sopracciglia di Shu Uemura.

G. Oggi si parla tanto di supply chain, catena di fornitura, voi in Italia avete puntato sullo stabilimento di Settimo Torinese, qual è stato il risultato di questa ristrutturazione?

N.S. Si tratta di una struttura nata inizialmente negli anni 60 e ora è veramente una pietra miliare di tecnologia e sostenibilità. A Settimo Torinese è stato inserito il primo magazzino automatizzato di L’Oréal. Qui abbiamo degli AGV, robot a guida autonoma usati per la movimentazione dei prodotti e inoltre abbiamo implementato alcune stampanti 3d per la creazione di componenti direttamente in loco. Lo stabilimento utilizza energia rinnovabile ed è una waterloop factory, ossia tutta l’acqua che viene utilizzata in stabilimento, fatta eccezione per quella usata come materia prima dei prodotti e quella per consumo umano, è riciclata. Insomma, a Settimo Torinese abbiamo letteralmente reinventato l’acqua…

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G. Da Settimo Torinese esportate in decine di Paesi, l’Italia resta centrale per voi?

N.S. Sì, l’Italia resta un Paese centrale per noi sia per la commercializzazione ma anche per la produzione. Settimo Torinese è tra i primi stabilimenti produttivi di L’Oréal in Europa, e tra i primi 10 nel mondo.

G. A proposito di mercato, molti player del settore prevedono un anno piatto, per voi com’è?

N.S. L’Italia, oggi, è molto dinamica. Nel resto d’Europa, assistiamo non tanto a un appiattimento quanto a una normalizzazione dei consumi. Non vedo un rallentamento. In Italia invece continuiamo a spingere moltissimo per continuare a crescere e aumentare la quota di mercato. Per sfruttare tutto l’incredibile potenziale che ha questo Paese. (Riproduzione riservata)  



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